Bruxelles e Pechino pensano a prezzi minimi per le vetture a batteria cinesi
Anche nel vecchio continente si continua a discutere di questo argomento e stavolta non si tratta delle imposte doganali imposte alle auto importate negli Stati Uniti dall’allora Presidente Donald Trump, bensì di quelle stabilite dall’Unione Europea sulle auto elettriche fabbricate in Cina e commercializzate in Europa.
Tuttavia, l’organismo comunitario ritiene che un costo prestabilito potrebbe non annullare il beneficio concorrenziale assicurato dagli aiuti statali cinesi.
In questi giorni, l’Europa ha ripreso le trattative con la Cina e si sta valutando nuovamente l’introduzione di un prezzo minimo per le auto a zero emissioni prodotte in Cina, come alternativa alle elevate tariffe imposte da Bruxelles. Usiamo l’avverbio “nuovamente” poiché se ne era parlato anche in autunno, senza però giungere a un’intesa.
Ora, un portavoce dell’organismo comunitario, in seguito al colloquio tra il commissario UE, Maros Sefcovic, e il ministro del Commercio cinese, Wang Wentao, ha comunicato ad Automotive News Europe che entrambe le parti sarebbero pronte ad avviare rapidamente i negoziati.
Sefcovic ha evidenziato che qualsiasi accordo dovrà essere altrettanto vincolante ed efficace delle attuali misure tariffarie. In passato, l’UE ha applicato simili impegni sui prezzi solo su beni standardizzati, non su prodotti complessi come le automobili.
Ciononostante, secondo l’organismo comunitario, un costo fisso potrebbe non bastare a compensare il vantaggio competitivo garantito dai finanziamenti statali cinesi.
Le imposte doganali attuali Nel 2024, l’UE ha aumentato le tariffe doganali fino al 45,3% sui veicoli elettrici importati da marchi come BYD, Geely e SAIC, in aggiunta al dazio base del 10%. Questa mossa ha generato tensioni, causando anche rappresaglie commerciali da parte di Pechino, come le tariffe sul cognac francese, colpendo marchi noti come Hennessy e Pernod Ricard.
Le case automobilistiche tedesche, che dipendono fortemente dal mercato cinese, si sono opposte alle tariffe, temendo ripercussioni su scala più ampia. La VDA, associazione dell’industria tedesca, ha definito le tariffe un errore e ha sollecitato una soluzione basata sul dialogo.
Nel frattempo, le vendite di auto cinesi in Europa sono cresciute del 64% a febbraio, ma quelle totalmente elettriche soggette a dazi sono diminuite. In forte aumento, invece, le vendite di veicoli ibridi plug-in, non ancora interessati dalle nuove imposte.