Autostrade: come cambiano quote e società
Autostrade per l’Italia e una transazione a cui si è giunti dopo infinite trattative. Le quote di Atlantia vengono ridefinite, con i Benetton che passano dall’88% ad una quota tra il 10 ed il 12% ed escono dal Cda. Lo Stato entra in società con una quota del 51% di Cassa depositi e prestiti.
Così Autostrade avrà un nuovo azionista di maggioranza e delle nuove quote, dopo l’accordo raggiunti nella notte tra il 14 ed il 14 luglio nel Consiglio dei Ministri. I Benetton lasciano la posizione primaria in favore dello Stato che ora ha la maggioranza delle azioni.
La transazione in Autostrade dovrebbe essere completata in sei mesi o un anno e si compone di due fasi. Nella prima Cdp entra con il 51% e si scorporano Aspi ed Atlantia, che non entra nel Cda avendo una quota massima del 12%. Nella seconda ci sarà la quotazione in borsa che darà vita ad una società ad azionariato diffuso alto con possibile ingresso di nuovi soci.
Nella nota diffusa dal Consiglio dei Ministri si legge: «il Cdm ha avviato l’iter previsto dalla legge per la formale definizione della transazione» con Aspi, «fermo restando che la rinuncia alla revoca potrà avvenire solo in caso di completamento dell’accordo». Transazione, che, viene precisato, sarà condotta dai Ministri dell’Economia e dei Trasporti. L’ok di Aspi è arrivato nel corso del Consiglio fiume di questa notte per mezzo di quattro lettere. L’intesa include «misure compensative – leggi: risarcimenti – ad esclusivo carico di Aspi per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro».
Nella transazione di Autostrade è prevista anche «l’accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’Art (Autorità di regolazione dei trasporti, ndr) con una significativa moderazione della dinamica tariffaria». In sostanza un calo delle tariffe. Nell’accordo, si parla anche di un «rafforzamento del sistema dei controlli» e di un «aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni» da parte di Aspi. Parte dell’intesa è la rinuncia da parte di Aspi a tutti i ricorsi «sulle attività di ricostruzione del ponte Morandi» e riguardo al «sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti».