Auto elettrica: un business immaturo e insostenibile
“L’auto elettrica è un business immaturo con costi energetici e sociali insostenibili“. Sono queste le parole del Ceo di Toyota, Akio Toyoda, che è anche presidente di Japan Automobile Manufacturers Association, l’associazione dei costruttori di automobili giapponese.
Insomma, anche uno dei maggiori manager del mondo non sembra così convinto dal mercato dell’auto elettrica. Soprattutto il Ceo sembra prendersela con chi sostiene a gran voce il nuovo modello di veicolo senza valutare il vero impatto ambientale. Il problema sta infatti nelle emissioni di anidride carbonica ottenute dalla produzione di elettricità, ed anche in quella necessaria per produrre le batterie stesse. Soprattutto però si pone l’accento sui reali costi che la transizione all’auto elettrica potrebbe avere, non ricompensati dai benefici climatici.
In particolare la Toyota sembra rivolgersi alla rete elettrica giapponese, che non sarebbe in grado di sostenere un parco auto interamente a batteria, senza contare che gli investimenti per le infrastrutture costerebbero circa 300 miliardi di euro. “Quando i politici fanno sapere di volersi liberare di tutte le auto che usano benzina – spiega Toyoda – capiscono cosa significherebbe tutto questo?”.
Un messaggio rivolto quindi anche ai produttori di auto elettrica. Soprattutto in Giappone infatti la produzione di elettricità è ancora molto legata a quella di carbone e gas naturale, ma così avviene anche in Europa e negli Usa. Attualmente solo il 12% della quota di elettricità in Europa deriva dal nucleare (che però non è considerata fonte rinnovabile), mentre l 45% derica da fonti termoelettriche
Spiega il Ceo che “più veicoli elettrici produciamo, più salgono le emissioni di anidride carbonica”. Le batterie, nella fae di produzione, fanno quasi raddoppiare le emissioni di CO2 rispetto alla fabbricazione di un’auto termica o ibrida. La prima cosa da fare sarebbe dunque rendere più green la produzione di elettricità e poi adeguare le infrastrutture. Non lo convince quindi la voglia di transizione energetica a tutti i costi, che rischia di “far collassare l’attuale modello di business dell’industria automobilistica”: ci saranno milioni di posti di lavoro persi e la mobilità a mpatto zero sarebbe un lusso solo per pochi.
Una dichiarazione che arriva a pochi giorni dall’annuncio di Toyota di lanciare sul mercato sei nuovi modelli di auto elettrica entro il 2025, con un’evoluzione delle batterie.